Intervista

Paolo Quaglia API Strategist & IT Expert INTESYS

Quali sono i principali rischi che riscontrate lavorando con le architetture IT di Banche e Assicurazioni?

Gli utenti ogni giorno si interfacciano con un sempre maggior numero di touchpoint digitali: gli applicativi bancari e assicurativi devono poter rispondere a ogni richiesta quotidiana e repentina degli utenti, il che si traduce nell’aggiunta rapida di servizi, di applicazioni, di migliorie, di nuove versioni che vanno ad arricchire a loro volta l’architettura IT sottostante.

Questo overload di applicativi comporta però non pochi rischi:

  • Più sono complesse le architetture e più potrebbero essere le problematiche;
  • Con l’aumentare degli applicativi diventa più difficile identificare la fonte e la responsabilità di errori nel sistema;
  • Anche se gli errori venissero rilevati – nonostante la complessità dell’architettura – sarebbe difficile agire tempestivamente per risolverli;
  • Si perde flessibilità non riuscendo a prevenire le zone di rischio in modo proattivo.

Tutto questo confluisce nel rischio più grande di tutti: che gli errori arrivino agli utenti finali, impattando sulle prestazioni del canale e sulla user experience e sovraccaricando l’help desk di primo livello di ticket per la risoluzione problemi.

 

Nell’esperienza di Intesys, qual è il miglior approccio per affrontare queste sfide?

Il primo passo è senza dubbio centralizzare le informazioni tramite il troubleshooting applicativo: tutti i log vengono centralizzati, dando piena osservabilità sull’intero sistema per monitorare più facilmente le prestazioni degli applicativi, e successivamente vengono elaborati e analizzati nel lungo periodo.

Questo passaggio è vitale data la proliferazione di microservizi e di dati e aiuta anche la successiva fase di Application Performance Monitoring (APM): il monitoring aiuta a comprendere le criticità delle applicazioni ed è in grado di rilevarle in tempo, prima che i disservizi impattino sulla user experience.
Fare APM significa avere una conoscenza approfondita dei propri ambienti IT, saper selezionare tra molteplici tool, integrarli con l’architettura aziendale, individuare e metriche da valutare sulle caratteristiche specifiche del proprio ecosistema e sulle criticità che si desidera intercettare.

Inoltre, un impianto di APM efficace deve poter monitorare tutti gli aspetti dell’ecosistema architetturale:

  1. La parte front-end con il monitoraggio dell’interfaccia utente e di tutte le azioni che compiono gli utenti nello user journey;
  2. La parte degli applicativi sottostanti, ovvero la diagnostica approfondita di tutte le funzionalità degli applicativi, come i microservizi, le API etc.;
  3. L’analisi dei dati che consiste nel monitorare tutti i codici tramite tool specifici che consentono di identificare l’origine dei colli di bottiglia.

Essendo spesso i sistemi bancari e assicurativi eccezionalmente complessi, come Intesys offriamo anche un servizio gestito di troubleshooting e APM: consente di evitare downtime dei propri applicativi e mantenere alte le prestazioni per i propri utenti, beneficiando al contempo del know how di Intesys e di un gruppo di esperti dedicato, sia i costi riducendo gli errori, prevedendo i rischi e garantendo una maggiore efficienza nello svolgimento del troubleshooting.

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