Intervista
Andrea D’Amico Direttore Risorse umane NUMERO BLU SERVIZI
Che opinione si è fatto il lavoratore di Numero blu sulla situazione attuale e la prospettiva futura della modalità lavorativa da remoto/lavoro a distanza?
Complessivamente molto positiva. “Riduzione dello stress”, “maggiore comodità”, “maggiore disponibilità”, “risparmio di tempi e di costi”, “possibilità di concentrazione”, “aumento della produttività”, “valorizzazione del tempo libero”: questi, in sintesi, i feedback forniti dai nostri dipendenti a seguito di un’indagine interna che ha attestato come il lavoro da remoto sia stato accettato di buon grado dalle nostre persone, proprio in funzione delle ricadute positive in capo alla vita privata di ciascuno, tramutatesi via via in un rendimento sempre migliore e in performance di assoluto riferimento rispetto al periodo pre-pandemico.
Di fatto, nel corso degli ultimi due anni, Numero Blu Servizi SpA ha attuato un assetto organizzativo che ha consentito di reinventare le modalità di svolgimento del lavoro, inizialmente impostato secondo una logica in presenza e successivamente evolutosi grazie a dinamiche, processi e tecnologie tipiche del servizio remotizzato. Si è trattato di una netta evoluzione delle modalità di erogazione della prestazione e del suo assetto organizzativo, prima della pandemia legato alla verifica costante dell’operatività, oggi commisurata invece ad indicatori delle performance dei singoli e di gruppo. I risultati rilevati sono diventati dunque fattori di riferimento per tutto il team al fine di migliorare giorno per giorno la qualità del servizio offerto, puntando sempre all’eccellenza.
Tale trasformazione ha comportato un cambio di relazione tra figure operative e di coordinamento che -stando a distanza- hanno paradossalmente teso a comunicare di più. La situazione di emergenza, pertanto, si è tramutata in un’opportunità che ha consentito di predisporre le basi per un cambiamento futuro: se l’applicazione del nuovo modello ha coinvolto in fase emergenziale circa l’80% dei collaboratori -percentuale decisamente importante- consentendo un’elevata implementazione di postazioni lavorative da remoto, per il futuro prevendiamo che l’attività sarà svolta stabilmente con il nuovo assetto almeno dal 50% circa, dei nostri lavoratori. Questo conferma che gli strumenti e le procedure sperimentate durante la pandemia potranno diventare veri e propri standard. In definitiva -in base ai valori emersi dal Report sul Telelavoro svolto da Numero Blu presso le sue sedi di Milano, Legnano e Roma- abbiamo constatato che il lavoro da remoto è stato apprezzato dalla quasi totalità dei nostri collaboratori (87%), risultando ideale sia in termini di produttività che di work-life balance.
Quali rischi possono essere apprezzati in un cambio di paradigma gestional-organizzativo dal punto di vista relazionale per un’impresa come Numero Blu? Questo nuovo “modello lavorativo” quali rischi può trascinarsi?
Non parlerei di rischi ma di plus, in termini di opportunità, e di minus, in termini di aspetti migliorabili. Si parte da un assetto storicamente applicato secondo cui chi lavora è abituato ad interfacciarsi con i propri colleghi dal vivo, in modo quindi tangibile e diretto.
È chiaro tuttavia come le caratteristiche e i vantaggi di una relazione di persona non siano totalmente replicabili in modalità da remoto. Consapevoli di questo limite, Numero Blu ha deciso di introdurre nel proprio modello organizzativo una serie di accorgimenti utili ad attenuare gli elementi di debolezza della remotizzazione, preservandone i vantaggi. Grazie all’organizzazione basata su rotazione degli operativi, ad esempio, sarà possibile garantire un avvicendamento in sede delle nostre persone, al fine di arginare qualsiasi eventuale sensazione di isolamento per favorire, al contrario, la vicinanza da parte dell’azienda, il senso di appartenenza del lavoratore ed il suo contatto con il proprio team. Un altro strumento di successo è quello dei “caffè virtuali”, veri e propri meeting informali con i propri responsabili che favoriscono la comunicazione tra colleghi di uno stesso team, in modo da riproporre -sia pur virtualmente- gli schemi comportamentali e le abitudini pre-pandemia, quando si era soliti scambiare opinioni, informazioni e -perché no- quattro chiacchiere in libertà nei pressi della macchinetta del caffè. Questo approccio sarà ulteriormente ottimizzato per innescare un circolo virtuoso di comunicazione tra colleghi e consolidare le relazioni in azienda, indipendentemente dalla prossimità fisica delle persone. Se un rischio della remotizzazione poteva essere quello di favorire un certo senso di alienazione e isolamento, siamo certi con questi accorgimenti e con i prossimi che adotteremo, di poter arginare ogni possibile deriva.