Intervista

Maurizio Taglietti General Manager MetLife Italia

 

 

 

 

Come riorganizzare l’attività lavorativa in Smart Working?

L’emergenza sanitaria scatenata dal virus Covid-19 ha rappresentato un evento che rientra a pieno titolo nella definizione di “cigno nero” con la quale si identifica un fenomeno inaspettato e imprevedibile che esercita un fortissimo impatto sulle vite di tutti.

Anche MetLife ha dovuto reagire con rapidità a questa situazione per tutelare in primo luogo la sicurezza e la salute dei collaboratori. La compagnia ha subito convertito tutte le attività nella modalità home working. Una decisione che non ha avuto alcun impatto sull’operatività, rimasta ai livelli pre-epidemia grazie all’alto livello di digitalizzazione dei processi.

La principale preoccupazione si è concentrata in particolare sul benessere psico-fisico dei nostri colleghi e colleghe. Siamo consapevoli che la capacità di rispondere adeguatamente alle richieste della clientela dipenda molto dalla salute e dalla serenità di chi lavora con noi.

Fin dai primi giorni di home working, quindi, abbiamo deciso di adottare nuovi momenti di socializzazione virtuali. Pause caffè, sessioni di allenamento, corsi di hip-hop, intrattenimento per i bambini durante il periodo di chiusura delle scuole, aperitivi, rappresentano alcune delle iniziative che MetLife è stata in grado di realizzare in tempi record.

Un altro aspetto che vorrei sottolineare riguarda la centralità della formazione continua dei nostri collaboratori. Anche questa attività si è rapidamente trasformata in un’offerta a distanza che continua tuttora con un alto livello di apprezzamento. Anzi, proprio in ottica di massimizzare le opportunità e gestire le diversità di questa nuova modalità di lavoro, abbiamo confezionato un training dedicato allo smart working per i people manager.

Inevitabilmente si andrà anche verso una diversa concezione dell’organizzazione del lavoro. Come MetLife vediamo il “new normal” caratterizzato da un modello ibrido, dove temi quali flessibilità, agilità, distanza e presenza dovranno trovare il loro equilibrio. Abbiamo dei progetti sui quali stiamo lavorando sia a livello di casa madre sia locale, che saranno pronti per essere progressivamente implementati una volta superata la pandemia.

 

Come deve evolvere il modello di Business assicurativo?

Abbiamo visto che l’emergenza sanitaria si è trasformata anche in emergenza economica. Il blocco delle attività provocate dal lockdown e i successivi provvedimenti che mirano a ridurre i contagi stanno avendo un impatto che ancora oggi è impossibile quantificare, ma che è di certo importante.

In questo scenario ritengo che il settore assicurativo, come qualsiasi altro business, debba essere capace di concentrarsi su pochi e strategici aspetti dai quali dipenderà la capacità di uscire ancora più forti dall’emergenza quando la pandemia sarà sconfitta.

Questi aspetti sono legati a diversi macrotrend che devono essere costantemente tenuti presenti. Il principale è il tema della continuità di business, fino a ieri considerato quasi di esclusiva competenza delle grandi aziende, ma che oggi è diventato di stringente attualità sia per le Pmi sia per le tante imprese individuali, molto numerose nel tessuto produttivo del nostro Paese. Già nei mesi scorsi abbiamo visto che diverse imprese hanno rafforzato le tutele offerte ai propri dipendenti tramite le polizze assicurative, soprattutto con l’obiettivo di garantire la continuità operativa in caso di imprevisti o di assenza di uomini chiave.

Un altro tema molto importante riguarda il boom della digitalizzazione provocato in particolare dall’adozione dell’home working su vasta scala. Questa improvvisa evoluzione che coinvolge milioni di lavoratori, impone la necessità di proteggersi dai cyber risk che possono pregiudicare l’operatività ed esporre le aziende a iniziative legali da parte dei consumatori.

Il focus su questi nuovi rischi, infine, non deve far dimenticare la necessità da parte del settore assicurativo di un’evoluzione concreta verso l’adozione di strumenti nuovi, soprattutto digitali, per tutte le classiche attività di back-end e di front-end: penso in particolare alla vendita dei prodotti e al customer care.

Per concludere, l’emergenza Covid-19 ci pone davanti a innumerevoli sfide ma anche a interessanti opportunità di crescita all’insegna dell’innovazione, come è nel dna di MetLife.

 

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